Infatti nel restauro non ci sono disegni che aiutino, né mascheroni pronti.
Per ricostruire un pezzo ex novo bisogna asportare il vecchio, scomporlo, batterlo fino a farlo diventare nuovamente piatto e finalmente costruirne uno nuovo.
Non prima di avere valutato le distorsioni che l'imbutitura originaria aveva determinato.
Un lavoro fatto di sensibilità, di esprit de finesse, oltre che de géométrie.
Però a volte il pezzo non c'è proprio, e allora bisogna indovinare come doveva necessariamente essere fatto, prima di procedere alla ricostruzione.
Ma se la carrozzeria da curare ha subito degli urti il lavoro si complica ancora, perché i riferimenti circostanti vengono meno, o peggio, sono fuorvianti.
Per non parlare di quando ci si trova davanti al lavoro pregresso di qualche lamierista maldestro, che confonde ancora di più il percorso che il bravo artigiano deve seguire a ritroso prima di cominciare la ricostruzione.
Insomma si tratta di un'arte innanzitutto filologica.
Fatta di intuizioni, intelligenza operativa e rigore.
Perché le carrozzerie delle automobili, come tutte le costruzioni geometriche,
non ammettono aberrazioni e non amano le scorciatoie.