










Giorgio
Serreli è nato a Capoterra, paese vicino a Cagliari, il 26 agosto del
1961.
La famiglia è numerosa, i genitori severi. Babbo Erminio si alza alle
4 del mattino per andare in miniera. Quando rientra per la cena, mamma Maria
ha già schierato gli otto fratellini a tavola. Ciascuno racconta la propria
giornata. I piccoli la scuola, i più grandetti il lavoro. Bisogna darsi
da fare. Non ci sono balocchi, a casa Serreli.
Ma i bambini hanno tutti le scarpe ai piedi: sono fortunati, nel loro quartiere.
E Giorgio è anche ingegnoso, oltre che molto orgoglioso, per la sua età.
Infatti i giocattoli se li costruisce da solo. Più belli.
Tre tavole, qualche bullone, i cuscinetti a sfera.
Il primo carrettino è pronto e Giorgio a otto anni esordisce così
nel mondo delle quattro ruote. Non è un carretto come gli altri, il suo.
Sedile (il fondo di una vecchia sedia), cruscotto (una sveglia rotta) e, con
qualche pezzo di lamiera, un accenno di carrozzeria!
E via a spinta verso la casa del medico condotto, dove parcheggia una fiammante
Flavia 1800 coupé azzurra. A iniezione. Cosa sarà? Va be'
che è dottore...
Naso schiacciato sul finestrino. Ore. Quanto fa? Duecento davvero?
Le discussioni tra gli amichetti si accendono mentre si va dal farmacista, che
per non essere da meno ha comprato la GT Veloce. Piccola e cattiva.
Duecentoventi all'ora! Non può essere: questa è 1600 e
l'altra è 1800.
Deve essere il contachilometri esagerato.